Asma, la misura del respiro

L’asma è una malattia cronica dei bronchi causata da una loro infiammazione che provoca mancanza o difficoltà di respiro, tosse, respiro fischiante o sibilante, senso di oppressione al torace.

Di conseguenza, uno degli elementi fondamentali per la diagnosi dell’asma è l’ostruzione del flusso aereo, cioè la difficoltà al passaggio dell’aria attraverso i bronchi, in particolare durante l’espirazione. Ecco perchè è molto importante per il medico poter misurare regolarmente il respiro del paziente e seguire l’andamento della malattia attraverso controlli periodici della spirometria e misure regolari e giornaliere del picco di flusso espiratorio (PEF) che il paziente può effettuare anche da solo a casa mediante semplici apparecchi e dopo averne avuto appropriate spiegazioni sull’utilizzo.

Spirometria – misura del respiro

Che cos’è la spirometria?
Si tratta di un esame del tutto indolore che permette di “misurare il respiro” cioè i volumi d’aria presenti e mobilizzabili dall’apparato respiratorio durante una respirazione a riposo e dopo espirio forzato.

Curiosità
Lo spirometro è stato inventato nel 1846 (più di 150 anni fa) in Inghilterra da John Hutchinson

Che cos’è il respiro
Il respiro è una delle funzioni vitali dell’organismo; è fondamentalmente composto da due fasi: l’inspirazione e l’espirazione. Ad ogni inspirazione un certo volume di aria entra nei polmoni e ad ogni espirazione lo stesso volume esce dai polmoni. La composizione dell’aria è comunque diversa, dato che, durante l’inspirazione, l’aria che perviene agli alveoli polmonari lascia ossigeno (necessario per la vita delle nostre cellule) e, durante l’espirazione, porta via anidride carbonica (dannosa se si accumula in eccessive quantità). Pertanto l’apparato respiratorio serve per consentire lo scambio dei gas.

Cosa deve fare il paziente prima della spirometria?
Non ci sono particolari raccomandazioni da seguire. Tuttavia, è importante che il paziente chieda al proprio medico se può o meno assumere farmaci abituali prima dell’esame. In mancanza di previe indicazioni il paziente deve riferire la medico eventuali farmaci assunti il giorno dell’esame. Il paziente deve evitare un pasto troppo copioso e non deve effettuare sforzi o affaticarsi prima dell’esame, in quanto si possono alterare i risultati.

Quanto tempo dura un esame spirometrico?
L’esame richiede la collaborazione del paziente. Pertanto la durata dell’esame dipende molto dalla efficacia dello scambio di indicazioni fra tecnico e paziente. Normalmente, un esame completo dura circa 30 minuti.

Come si fa la spirometria?
Il paziente, in genere seduto, respira in un boccaglio, mantenendo le labbra ben strette attorno al boccaglio in modo che l’aria inspirata ed espirata passi tutta e solo nel tubo; le perdite d’aria falserebbero il risultato. Per questo viene inserito anche uno stringinaso. Seguendo le indicazioni di un tecnico di fisiopatologia respiratoria il paziente respira prima normalmente poi deve effettuare inspirazioni ed espirazioni forzate seguendo le istruzioni ricevute. Lo spirometro registra le varie misure del respiro e fornisce sotto forma di grafici il volume e i flussi respiratori.

Come è la spirometria nell’ asmatico?
I risultati ottenuti dalla spirometria vengono automaticamente confrontati con parametri teorici ed individuali di riferimento. Per ogni paziente sono disponibili, calcolati per razza, sesso, altezza ed età i valori teorici dei singoli parametri. Confrontando i risultati dell’esame spirometrico con i parametri teorici, il medico può valutare lo stato ed il funzionamento dell’apparato respiratorio.e quindi confermare la diagnosi di asma e stadiarne la gravità. Ripetendo gli esami nel corso del tempo peraltro si può seguire l’evoluzione della malattia e valutarne, di volta in volta, il controllo. Negli asmatici vi è in genere una ostruzione del flusso aereo, cioè una diminuzione del espiratorio massimo in un secondo(VEMS). Se è presente un’ostruzione del flusso aereo, l’esame viene ripetuto per misurare il VEMS dopo l’inalazione di un farmaco che dilata i bronchi ostruiti. Nell’asma bronchiale questa ostruzione è inizialmente spontaneamente o farmacologicamente reversibile, il VEMS cioè aumenta significativamente raggiungendo o avvicinandosi al valore teorico.

Il test di iperreattività bronchiale
La reattività bronchiale aspecifica alla metacolina è di comune riscontro nei pazienti asmatici. Così per la conferma della diagnosi di asma nei casi in cui la spirometria è normale o vicina alla norma ma la storia clinica è indicativa di asma si ricorre al test alla metacolina. Al paziente viene fatta inalare, per nebulizzazione, una soluzione con dosi crescenti di metacolina. Dopo ogni dose il paziente esegue una spirometria. L’esame viene interrotto e quindi si conclude quando con la spirometria viene misurato un VEMS inferiore del 20% rispetto al valore misurato in partenza prima di iniziare le inalazioni. I microgrammi di metacolina che hanno ridotto il VEMS del 20% sono la PD20. In alternativa l’esame può proseguire fino alla inalazione dell’ultima dose prevista dal test qualora il paziente non evidenzi alla spirometria la riduzione del VEMS sopra il 20%. In questo caso il paziente non dimostra alcuna reattività bronchiale.

Picco di flusso
Che cos’è il picco di flusso espiratorio (PEF)?
Il PEF, così chiamato perchè in inglese si dice Peak Expiratory Flow, è un numero che indica la massima velocità con cui si è capaci di espellere l’aria dai polmoni (e si esprime in litro al minuto). Questa velocità dipende in parte dallo sforzo e dalla tecnica con cui si soffia nell’apparecchio ed in parte dalla “larghezza” delle vie aeree. Il valore del PEF è più alto o normale quando l’asmatico sta bene (il flusso aereo non è ostruito), ma diminuisce quando si ha una ostruzione del flusso aereo. Il PEF è dunque una misura che permette di valutare la gravità dell’asma e di seguirne l’evoluzione nel tempo. E’ utile dunque misurare il PEF regolarmente ed in ogni caso ogni volta che ci si sente mancare il respiro.

Come si misura il PE
Con il misuratore di picco di flusso, apparecchio semplice e di piccole dimensioni, di uso manuale. Non si tratta di un’operazione difficile, nè fastidiosa. Normalmente viene insegnato in ospedale, o in ambulatorio, da un tecnico di fisiopatologia respiratoria o da un infermiere.

Da sapere
– Effettuare la misura stando in piedi – Controllare che il cursore che indica il numero del PEF sia sulla posizione “zero”.
– Tenere l’apparecchio in posizione orizzontale, stando attenti a non bloccare il cursore con le dita o ad ostruire la parte del PEF dove esce l’aria
– Inspirare profondamente e, mantenendo le labbra ben strette attorno al boccaglio, buttare l’aria fuori soffiando il più forte possibile.
– Scrivere su un foglietto il numero su cui è arrivato il cursore
– Ripetere l’operazione tre volte, per ogni rilevazione, ri portando ogni volta il cursore sullo zero.
– Scrivere il numero più alto, dei tre ottenuti, sul proprio “diario” del PEF.
Avete mai provato quanto tempo impiegate per misurare il respiro?
Normalmente occorre un minuto o poco più. Prendete il tempo di farlo. I vantaggi di poter misurare da soli come si respira e soprattutto di poter “captare” i segni di un eventuale peggioramento o i sintomi di un’instabilità della malattia e di intervenire a tempo, sono molto più importanti dei minuti necessari per la registrazione regolare del vostro PEF.

Come è il PEF nel paziente asmatico?
Esistono delle tavole che indicano i valori “teorici” del PEF, in funzione del sesso, dell’età e dell’altezza. Si può quindi confrontare il proprio PEF a questi valori “medi” di riferimento (come per la spirometria). Ogni asmatico deve chiedere al suo medico qual è il suo migliore valore personale del PEF e di fissare i valori del PEF in corrispondenza dei quali adattare il propri farmaci per raggiungere il controllo dell’asma; un valore di PEF compreso tra l’80% e il 60% necessità di certi farmaci a certi dosaggi, un PEF inferiore al 60%, in pazienti normalmente con valori vicini alla norma, è una emergenza. In un soggetto con valori normali, una diminuzione al di sotto dell’80% di questo valore indica, anche in assenza di segni clinici, un aggravamento dell’asma. Se il PEF scende al di sotto di un determinato valore indicato dal medico, cioè generalmente se è inferiore al 60% del migliore valore personale, vuol dire che l’asma sta peggiorando molto. Se poi il PEF, rilevato durante una crisi di asma, non migliora significativamente dopo aver preso un broncodilatatore a rapida azione, questo è un indice di asma “grave”. In tutti i casi la misura del PEF è utile, perchè si potrà adattare autonomamente la terapia che si sta seguendo, in funzione delle direttive scritte già ricevute dal medico (vedi Il primo passo: conoscere la malattia).
Spirophone
La telemedicina e la teleassistenza sono nuovi settori della medicina che si stanno sviluppando per fornire servizi di assistenza sanitaria domiciliare “telematica” al paziente. Nel caso dell’asma, la telemedicina sta preparando lo SPIROPHONE, uno strumento che consente di effettuare la spirometria a distanza (per esempio, in casa) e di trasmettere per via telefonica i risultati allo specialista. L’utilità di questo strumento è in corso di valutazione da parte delle Società Scientifiche del settore.